Assolta anche in appello. Si conclude così il processo di secondo grado per la sindaca di Roma Virginia Raggi, imputata per falso documentale in relazione alla nomina nel 2016 di Renato Marra, fratello di Raffaele (all'epoca capo del Personale in Campidoglio), a capo della Direzione Turismo. In primo grado, il 10 dicembre del 2018, la Raggi era già stata assolta con la formula “perché il fatto non costituisce reato” e oggi è stata confermata. La decisione è arrivata dopo due ore di camera di consiglio, la  procuratrice generale Emma D'Ortona, questa mattina, durante l'arringa finale, aveva chiesto 10 mesi di reclusione ma la sentenza ha confermato anche in appello la decisione di assoluzione. La decisione della corte è stata accolta con un lungo e coinvolto applauso dalle persone presenti in aula e la Raggi al momento della lettura del dispositivo, che parla di raggiro nei suoi confronti da parte dei fratelli Marra, ha abbracciato il marito visibilmente commossa. Accompagnata dai difensori, gli avvocati Pierfrancesco Bruno, Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo e insieme a lei anche il capogruppo M5S Giuliano Pacetti, i consiglieri M5s Paolo Ferrara, Annalisa Bernabei, Angelo Diario e Alfredo Campagna presidente del XIV municipio.

Queste le dichiarazioni della Sindaca Raggi all’uscita dal tribunale:

“Questa è una mia vittoria e del mio staff, delle persone che mi sono state a fianco in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana. Credo che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto all'interno del MoVimento 5 Stelle. Ora è troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio. Chi ha la coscienza a posto non si offenderà per queste parole ma tanti altri almeno oggi abbiano la decenza di tacere. Se vogliono dire o fare qualcosa realmente, facciano arrivare risorse e gli strumenti per utilizzarle ai romani e alla mia città. C'è una legge di bilancio per dimostrare con i fatti di voler fare politica. Il resto sono chiacchiere.”


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