Con queste parole, Enrico Ameri, dai microfoni di "Tutto il calcio minuto per minuto", suggellava una cavalcata durata tutto il campionato da parte della Roma. Era l'8 maggio 1983, e la società giallorossa conquistava il suo secondo scudetto della storia dopo 41 anni, giocando la partita di ritorno col Genoa allo stadio Ferraris di Marassi. Per la città ligure, quel giorno, era un susseguirsi di bandiere giallorosse unite a quelle rossoblu, il gemellaggio coi genoani era ben saldo e di antica data. Si entra presto allo stadio, e le gradinate sono gia piene. La Nord, con i ragazzi della Fossa dei Grifoni, e la Sud con il Cucs, rinnovano il gemellaggio con un giro di campo di un bandierone rossoblù tenuto da quattro mani in orizzontale, e due bandieroni romanisti a sventolare. Ad un quarto d'ora dall'inizio, una sciarpata unisce tutto lo stadio, colori rossoblu e giallorossi insieme, tifosi delle due squadre seduti vicino, tutti in attesa dell'incontro. Ai rossoblu serviva un punto per la matematica salvezza, cosi come un punto serviva alla Roma per essere campione. Inizia l'incontro a ritmi non molto forti, comunque i giallorossi impongono la loro manovra e al 20°, dopo un cross morbido del capitano Agostino Di Bartolomei, il bomber Pruzzo, colpiva di testa il pallone, battendo un incolpevole Martina. Quando al 43° del primo tempo Fiorini ristabilisce la parità, nessuno sugli spalti si preoccupa. Dopo l'intervallo, le squadre tornano in campo ma è come se fossero rimaste negli spogliatoi, il secondo tempo è stato un accompagnarsi verso l'obiettivo di entrambe le squadre, con nessuna azione degna di nota. Gli ultimi minuti si giocano con il terreno di gioco pieno di tifosi. A bordo campo, frementi, ma rispettosi della gara, i giallorossi aspettano il fischio finale dell'arbitro, per una corsa liberatoria durata 41 anni. I tifosi circondano la panchina di mister Liedholm, portandolo in trionfo, altri corrono verso la gradinata nord, per condividere con gli amici genoani la gioia per lo scudetto e per la salvezza. E' tutta una festa, che continuerà nelle vie di Marassi fino alla stazione ferroviaria, che riporterà la maggior parte dei tifosi romani nella Capitale, mentre il resto prende la strada per l'Aurelia.        

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