Il noto attore Marco Palvetti, celebre ai più per aver interpretato il ruolo di Salvatore Conte nella fiction Gomorra, ha parlato ai microfoni di CentroSuonoSport e nella trasmissione Borderò. Queste le sue parole: Come si sta vivendo la situazione covid nel mondo del cinema? "Io penso che questa pandemia vada, in qualche modo, intesa come una possibilità. Una possibilità di iniziare un graduale cambiamento e cominciare a capire quali sono le cose realmente importanti nella vita. Una possibilità per aprire, finalmente, gli occhi e proiettarci verso la reale realtà ." Su quale aspetto, di Marco Pantani, ti sei focalizzato maggiormente per la tua interpretazione? "Da Madonna di Campiglio, sino al momento della sua morte, la storia di Marco è stata divisa in tre fasi. Ritengo che per entrare in un personaggio come questo bisogna innanzitutto riuscire a calarsi nell'ambientazione a lui più vicina. Ho scelto, dunque, di avvicinarmi all'atmosfera della sua Romagna e di avere un confronto diretto con i suoi cari." Che cosa hai provato quando ti è stato offerto un ruolo come questo? "Oggi è davvero difficile fare l'attore e, soprattutto in un caso come questo, si hanno enormi responsabilità civili. Ed ecco, con l'avanzare delle riprese ho preso sempre più coscienza della straordinaria importanza del personaggio che stavo interpretando. Spero di aver reso onore ad una personalità così illustre." Come è cambiata la tua visione del personaggio sportivo e umano di Marco Pantani, attraverso le riprese? "La mia percezione del pirata era inizialmente filtrata da ciò che i mass media avevano trasferito a tutti noi nel corso degli anni. Direi, anzi, quasi condizionata. Addentrandomi, poi, nelle riprese, sono finito addirittura per mitizzare l'uomo Pantani, ancor prima del ciclista. Marco mi ha insegnato a non mollare mai, a rialzarmi sempre dopo una sconfitta. Quando lui ha scelto di non rialzarsi più, era ormai irreversibilmente deluso e rassegnato da una società a-meritocratica; Una società che ha tolto ad un gigante la voglia di lottare." Ci sarà mai giustizia per la storia di Marco Pantani? "Bisognerà cambiare il nostro modo di approcciarsi alle cose. Quando la gente non si limiterà più alle apparenze e deciderà di informarsi da sè e approfondire; quando le persone cominceranno ad aprire gli occhi, allora potrà esserci giustizia. Neanche il cinema di oggi potrà contribuire a questa missione."

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