Cinismo romano e ironia intelligente, questo era Gigi Proietti, saper giocare con il tragico, il comico e le parole e grazie ad un tono di voce che viene dall’animo saperlo smuovere e far ridere. Impossibile non ridere davanti alle sue espressioni, con cui unico poteva reggere la scena anche senza bisogno di parlare, e con le sue battute, molte delle quali entrate a far parte del quotidiano di ognuno di noi.

Nato a roma il 2 novembre del 1940 scopre ben presto una passione per l’arte, la musica in particolare lo appassiona fin da piccolo. Nonostante il padre, come più volte raccontato, avrebbe voluto per lui il pezzo di carta, la vocazione per l’arte lo porta ad iscriversi quasi per caso al Centro Teatro Ateneo dove studia con personaggi di spicco come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. Da lì la scalata verso iI successo teatrale che arriva con Garinei e Giovannini nel ‘70 quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno in “Alleluija brava gente” ed è un trionfo. Nel ‘76 conquista definitivamente il pubblico con “A me gli occhi, please!”, con cui compie un piccolo miracolo: portare in TV il teatro colto, l'affabulazione petroliniana.Nello stesso anno arriva il cinema e con il cult “Febbre da cavallo” di Stefano Vanzina e l’interpretazione di Mandrake arriva la consacrazione.

Tanto teatro, tanto cinema e tanta tv per un attore che lascia un patrimonio artistico senza paragoni.

Come molti hanno scritto, solo un grande attore poteva avere un’uscita di scena come questa: Ci lascia oggi, 2 novembre, giorno del suo compleanno e data particolare su cui ha sempre ha sempre scherzato molto “la data è quella che è, che dobbiamo fa”.

Avrebbe scherzato anche oggi ma il l’attore romano è mancato in seguito a un attacco cardiaco nella clinica romana Villa Margherita, dov'era ricoverato in terapia intensiva da alcuni giorni. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. A dare la notizia della sua scomparsa la famiglia, che ha mantenuto il massimo riserbo fino alla fine, la moglie Sagitta e le figlie Susanna e Carlotta. Attore, drammaturgo, regista, doppiatore, cantante, insegnate è riuscito come nessuno a mostrare l’ironia del  cinismo romano, sempre stemperato dalla battuta. “Potrei esserti amico in un minuto, ma se non sai ride mi allontano. Chi non sa ride mi insospettisce.” Un talento unico il suo, capace come pochi di alternare sul palco tragico e comico, unito ad un amore enorme per Roma e per la Roma.

E la Roma lo ha ricordato così:

"Un pezzo di storia che se ne va, grazie di tutto Maestro".


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