Gennaio si avvicina. Freddo e ambizioso, s'avvolge di quei sogni e di quelle speranze, talvolta più fantasiose che fondate, che si addicono a una piazza affamata come quella capitolina. La Roma di Paulo Fonseca, la Roma del nuovo corso targato Friedkin, s'appresta a vivere una stagione cominciata con i presupposti adatti a renderla quantomeno dolcemente ambigua, infiammabile, eccitante. Le pur presenti e ingombranti lacune della rosa giallorossa, sembrano essere ostacolo aggirabile per una formazione ormai forte d'una ben precisa e giovevole identità. La semina, iniziata un anno addietro dal tecnico portoghese, sembra iniziare a regalare i primi effervescenti frutti, tangibili tanto nella costituzione massiccia della media punti, quanto nella piacevole essenza della qualità di gioco espresso, tendenzialmente, nel rettangolo di gioco. Ecco, dunque, che un piccolo grande sforzo, nell'approccio alla prossima e imminente campagna acquisti, potrebbe assumere il valore d'un implemento decisivo, tanto per i concreti e immediati risultati della squadra, quanto nell'ottica d'una svolta futura -a breve termine-della mentalità e le ambizioni del club. Tratte queste ultime conclusioni, è legittimo, comunque, interrogarsi sopra la fattibilità economica d'un innesto di portata notevole da parte della proprietà, il quale potrebbe, verosimilmente, essere compromesso dalla natura d'un bilancio più rosso che giallo. Un nome su tutti, negli ultimi giorni, s'è fatto avanti, spinto da una naturale e logica coincidenza tecnica, tra i papabili rinforzi: quello del danese Christian Eriksen. Un obiettivo, quello dell'ex Tottenham, facile da accostare alla lista del nuovo DS Tiago Pinto: un amore mai sbocciato con i nerazzurri di Conte, una perfetta identità tecnico-tattica e corrispondenza alle canoniche richieste di gioco di Paulo Fonseca, una cessione già annunciata, hanno portato i cuori dei tifosi romanisti ad accarezzare il sogno di mercato. Lo scoglio economico è, d'altra parte, imponente ma non insormontabile, attutito dalla sostanziosa svalutazione di "Golazo" avvenuta durante la sminuente gestione di Antonio Conte. La vicinanza e il senso d'appartenenza mostrato da Dan&Ryan Friedkin nei confronti della nuova attività, combinate a tutti quei fattori di cui si è già parlato, destano speranze. Sognare, si sa,  non nuoce ed è anzi legittimo, ma guai a rimanere delusi da quella che, allo stato attuale, somiglia più a un'auspicabile suggestione, che a una realizzabile trattativa. Dal canto suo Eriksen non si sdegnerebbe del possibile approdo sulle sponde del Tevere, magari in virtù della chiamata del suo idolo d'infanzia Francesco Totti e potrebbe tornare, sulle ali dell'entusiasmo per la nuova sfida e fruendo dei giusti presupposti tattici, a mostrare il suo indiscusso, limpido, immenso valore. -Domenico Delli Muti

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