Finita l'era della restaurazione, ora si fa sul serio secondo il magnate Texano

Sta terminando l'era Pallotta alla Roma, tra contestazioni, critiche e qualche sporadico sostenitore che ne ha apprezzato le intenzioni e capacità di un presidente assente e distratto ma che ha saputo in qualche modo “salvare” la società dal baratro finanziario.

Il Presidente della Roma James Pallotta si era proposto per entrare nella storia della società, ma col tempo le sue capacità manageriali hanno lasciato il segno soltanto come “restauratore”. Sono numerosi gli episodi che ormai resteranno indelebili nella storia di un periodo nero, a partire dalla cessione di giocatori di livello, l'addio di Totti gestito male, così come quello di De Rossi arrivando agli ultimi tira e molla con direttori sportivi non meritevoli della piazza e dei colori, ma soprattutto a rendere i giocatori “mercenari” di una squadra che ha sempre vissuto di passioni forti. Errori grossolani che i tifosi della Roma non hanno digerito così come l'insistente volontà del presidente di tenere come suo fedele collaboratore Baldini, uomo non gradito alla tifoseria e che nel tempo si è rivelato un freddo aguzzino più che una colonna su cui affidarsi.

Ora però è arrivato il momento per i tifosi di fare sul serio, e non sono più predisposti a perdonare errori di gestione, ma vogliono vincere e tornare a sentirsi parte di un progetto vincente e serio.

A tal proposito si è fatto avanti un altro magnate americano, texano per l'esattezza, con un bel patrimonio (4,1 miliardi di dollari) che lo rende credibile e con uno stile manageriale del tutto differente dal suo precedessore. I tifosi già iniziano a sognare di risalire la china, mentre alcuni si limitano alla speranza di un futuro migliore restando prudenti ed aspettando risultati più che parole.

Dan Friedkin, questo è il nome di colui che sta trattando sul passaggio della Roma, anche se ancora non c'è un accordo definitivo. Si è presentato già con intenzioni molto serie, senza sbilanciarsi sullo stadio, o meglio, non su dove costruirlo ma sul fatto vero e proprio inteso come investimento quasi obbligatorio per far crescere il club. Non si definisce un “restauratore” ma un “vincente” ed è per questo che già sulla piazza iniziano a circolare nomi blasonati come Piatek, Mertens, Politano o il ritorno del Pupone e del fratellino De Rossi nella dirigenza di una società che oggi ha bisogno di tornare a baciare quei colori con lo stesso sentimento che un tempo era invidiato da tutto il mondo calcistico.


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